Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala.

Ma Dio venne da Labano l' Arameo, di notte, in un sogno, e gli disse: «Guàrdati dal parlare a Giacobbe, né in bene né in male».

Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; allora questi lo odiarono più che mai.

Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: «Ho fatto un altro sogno! Il sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me».

Quelli gli risposero: «Abbiamo fatto un sogno e non c' è nessuno che ce lo interpreti». Giuseppe disse loro: «Le interpretazioni non appartengono a Dio? Raccontatemi i sogni, vi prego».

Alla fine di due anni interi, il faraone fece un sogno. Egli stava presso il Fiume;

Dopo quelle, ecco salire dal Fiume altre sette vacche di brutto aspetto e scarne, che si fermarono accanto alle prime, sulla riva del Fiume.

Poi si riaddormentò e sognò di nuovo: ecco sette spighe, grosse e belle, venir su da un unico stelo.

Le spighe sottili inghiottirono le sette spighe grosse e piene. E il faraone si svegliò: era un sogno.

Allora il capo dei coppieri parlò al faraone, dicendo: «Ricordo oggi le mie colpe.

L' uno e l' altro facemmo un sogno nella stessa notte: facemmo ciascuno un sogno con un significato particolare.

E le cose avvennero secondo l' interpretazione che egli ci aveva data: il faraone ristabilì me nel mio incarico e l' altro lo fece impiccare».

Il faraone disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e non c' è chi lo possa interpretare. Ho udito dire di te che, quando ti raccontano un sogno, tu lo puoi interpretare».

Allora il faraone disse a Giuseppe: «Nel mio sogno io stavo sulla riva del Fiume;

Dopo quelle, ecco salire altre sette vacche, magre, di bruttissimo aspetto e scarne: tali, che non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d' Egitto.

e queste entrarono loro in corpo e non si riconobbe che vi erano entrate; erano di brutto aspetto come prima. E mi svegliai.

ed ecco germogliare altre sette spighe, vuote, sottili e arse dal vento orientale, dopo quelle altre.

Allora Giuseppe disse al faraone: «Ciò che il faraone ha sognato è una stessa cosa. Dio ha indicato al faraone quello che sta per fare.

Le sette vacche magre e brutte che salivano dopo quelle altre, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale saranno sette anni di carestia.

Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese d' Egitto.

Uno non conoscerà più di quell' abbondanza nel paese, a causa della carestia che seguirà, perché questa sarà molto dura.

Or dunque il faraone si provveda di un uomo intelligente e saggio, e lo stabilisca sul paese d' Egitto.

Essi raccolgano tutti i viveri di queste sette annate buone che stanno per venire e ammassino il grano a disposizione del faraone per l' approvvigionamento delle città, e lo conservino.

«Una parola mi è furtivamente giunta, e il mio orecchio ne ha colto il lieve sussurro.

Tra i pensieri delle visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali,

parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti;

Ma mentre aveva queste cose nell' animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo.

Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un' altra via.

Dopo che furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo morire».

Mentre egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò a dire: «Non aver nulla a che fare con quel giusto, perché oggi ho sofferto molto in sogno per causa sua».

Ora, restituisci la moglie a quest' uomo, perché è profeta, ed egli pregherà per te, e tu vivrai. Ma, se non la restituisci, sappi che sicuramente morirai, tu e tutti i tuoi».

Egli non permise che alcuno li opprimesse; per amor loro castigò dei re,

Quando avrò detto all' empio: "Per certo tu morirai", se egli si allontana dal suo peccato e pratica ciò che è conforme al diritto e alla giustizia,

se rende il pegno, se restituisce ciò che ha rubato, se cammina secondo i precetti che danno la vita, senza commettere l' iniquità, per certo egli vivrà, non morirà;

Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava: «Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!»