Abbi pietà di me, o SIGNORE, perché sono tribolato: l' occhio mio, l' anima mia, le mie viscere si consumano di dolore.

Allora Uzzia, che teneva in mano un turibolo per offrire l' incenso, si adirò. E mentre si adirava contro i sacerdoti, la lebbra gli scoppiò sulla fronte, in presenza dei sacerdoti, nella casa del SIGNORE, presso l' altare dei profumi.

Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE e colpì Giobbe di un' ulcera maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo; Giobbe prese un coccio con cui grattarsi, e si sedette in mezzo alla cenere.

Sua moglie gli disse: «Ancora stai saldo nella tua integrità?

«L' uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore, dall' agitazione incessante delle sue ossa;

la carne gli si consuma e sparisce, mentre le ossa, prima invisibili, gli escon fuori;

Per quale ragione colpirvi ancora? Aggiungereste altre rivolte. Tutto il capo è malato, tutto il cuore è languente.

Dalla pianta del piede fino alla testa non c' è nulla di sano in esso: non ci sono che ferite, contusioni, piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né lenite con olio.

Abbi pietà di me, o SIGNORE, perché sono sfinito; risanami, o SIGNORE, perché le mie ossa son tutte tremanti.

Fammi di nuovo udire canti di gioia e letizia, ed esulteranno quelle ossa che hai spezzate.

Poiché i miei giorni svaniscono in fumo, e le mie ossa si consumano come un tizzone.

A forza di piangere la mia pelle si attacca alle ossa.

Fammi di nuovo udire canti di gioia e letizia, ed esulteranno quelle ossa che hai spezzate.

Poiché siamo consumati per la tua ira e siamo atterriti per il tuo sdegno.

Tu metti le nostre colpe davanti a te e i nostri peccati nascosti alla luce del tuo volto.

Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola, e torniamo al SIGNORE!

«Noi abbiamo peccato, siamo stati ribelli, e tu non hai perdonato.