Perciò, così parla DIO, il Signore: Com' è tra gli alberi della foresta il legno della vite, che io destino al fuoco perché lo consumi, così farò degli abitanti di Gerusalemme.
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Io volgerò la mia faccia contro di loro; dal fuoco sono usciti e il fuoco li consumerà; riconoscerete che io sono il SIGNORE, quando avrò girato la mia faccia contro di loro.
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Renderò il paese desolato, perché hanno agito in modo infedele, dice DIO, il Signore».
Ebbene, ora vi farò conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: le toglierò la siepe e vi pascoleranno le bestie; abbatterò il suo muro di cinta e sarà calpestata.
Avverrà che, come ho vegliato su di loro per sradicare e per demolire, per abbattere, per distruggere e per nuocere, così veglierò su di loro per costruire e per piantare», dice il SIGNORE.
Ecco, essa è piantata. Prospererà? Non si seccherà forse completamente appena l' avrà toccata il vento orientale? Seccherà sul suolo dove ha germogliato"».
In quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme: «Un vento infocato viene dalle alture del deserto verso la figlia del mio popolo, non per vagliare, non per nettare il grano;
Egli sia pure fertile tra i suoi fratelli; il vento orientale verrà, il vento del SIGNORE, che sale dal deserto; le sue sorgenti saranno essiccate, e le sue fonti prosciugate. Il nemico porterà via il tesoro di tutti i suoi oggetti preziosi.
Aveva rami forti, adatti per scettri da governatori; si elevava sublime tra il folto dei tralci; era appariscente per la sua elevatezza, per la moltitudine dei suoi rami.
Durante il suo regno, il faraone Neco, re d' Egitto, marciò contro il re d' Assiria, verso il fiume Eufrate. Il re Giosia lo affrontò, e il faraone, al primo scontro, lo uccise a Meghiddo.
Il faraone Neco fece re Eliachim, figlio di Giosia, al posto di Giosia suo padre, e gli cambiò il nome in quello di Ioiachim; poi prese Ioacaz, e lo portò in Egitto, dove morì.
E deportò tutta Gerusalemme, tutti i capi, tutti gli uomini valorosi, in numero di diecimila, e tutti i falegnami e i fabbri; non vi rimase che la parte più povera della popolazione del paese.
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E condusse Ioiachin a Babilonia; e deportò da Gerusalemme a Babilonia la madre del re, le mogli del re, i suoi eunuchi, i notabili del paese,
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tutti i guerrieri, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di mille, tutta gente valorosa e adatta alla guerra. Il re di Babilonia li deportò a Babilonia.
I figli di Sedechia furono uccisi in sua presenza; poi cavarono gli occhi a Sedechia; lo incatenarono con una doppia catena di bronzo, e lo portarono a Babilonia.
Non piangete per il morto, non vi affliggete per lui; ma piangete, piangete per colui che se ne va, perché non tornerà più e non vedrà più il suo paese natìo.
Infatti così parla il SIGNORE, riguardo a Sallum, figlio di Giosia, re di Giuda, che regnava al posto di Giosia suo padre, e che è uscito da questo luogo: «Egli non vi ritornerà più,
Perciò, così parla il SIGNORE riguardo a Ioachim, figlio di Giosia, re di Giuda: «Non lo si compiangerà, dicendo: "Ahimé, fratello mio, ahimé sorella!" Non se ne farà cordoglio, dicendo: "Ahimé, SIGNORE, ahimé, maestà!"
Io ti darò in mano di quelli che cercano la tua vita, in mano di quelli dei quali hai paura, in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, in mano dei Caldei.
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Caccerò te e tua madre che ti ha partorito, in un paese straniero dove non siete nati, e là morirete.
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Ma quanto al paese in cui desiderano tornare, essi non vi torneranno».
(0021-3) e di' alla foresta della regione meridionale: "Ascolta la parola del SIGNORE! Così parla DIO, il Signore: Ecco, io accendo in te un fuoco che divorerà in te ogni albero verde e ogni albero secco; la fiamma dell' incendio non si spegnerà e tutto ciò che è sulla faccia del suolo ne sarà bruciato, dalla regione meridionale al settentrione;
Infatti il fuoco della mia ira si è acceso e divamperà fino in fondo al soggiorno dei morti; divorerà la terra e i suoi prodotti e infiammerà le fondamenta delle montagne.
Quando i rami saranno secchi, saranno rotti; verranno le donne a bruciarli; poiché è un popolo senza intelligenza; perciò colui che l' ha fatto non ne avrà compassione, colui che l' ha formato non gli farà grazia.