Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Io manderò loro dei profeti e degli apostoli; ne uccideranno alcuni e ne perseguiteranno altri",

dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria che fu ucciso tra l' altare e il tempio; sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.

«Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.

e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e ai pagani.

Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.

Un discepolo non è superiore al maestro, né un servo superiore al suo signore.

altri poi, presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero.

Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città,

Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione.

Allora vi abbandoneranno all' oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome.

Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda.

Badate a voi stessi! Vi consegneranno ai tribunali, sarete battuti nelle sinagoghe, sarete fatti comparire davanti a governatori e re, per causa mia, affinché ciò serva loro di testimonianza.

Quando vi condurranno per mettervi nelle loro mani, non preoccupatevi in anticipo di ciò che direte, ma dite quello che vi sarà dato in quell' ora; perché non siete voi che parlate, ma lo Spirito Santo.

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvato.

Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.

Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi, l' ora viene che chiunque vi ucciderà, crederà di rendere un culto a Dio.

Faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né me.

Misero loro le mani addosso, e li gettarono in prigione fino al giorno seguente, perché era già sera.

Il giorno seguente, i loro capi, con gli anziani e gli scribi, si riunirono a Gerusalemme,

E, fatti condurre in mezzo a loro Pietro e Giovanni, domandarono: «Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?»

Il sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè la setta dei sadducei, si alzarono, pieni di invidia,

Ma un angelo del Signore, nella notte, aprì le porte della prigione e, condottili fuori, disse:

Essi misero in agitazione il popolo, gli anziani, gli scribi; e, venutigli addosso, lo afferrarono e lo condussero al sinedrio;

Infatti lo abbiamo udito affermare che quel Nazareno, Gesù, distruggerà questo luogo e cambierà gli usi che Mosè ci ha tramandati».

Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui;

E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito».

Saulo intanto devastava la chiesa, entrando di casa in casa; e, trascinando via uomini e donne, li metteva in prigione.

e, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»

In quel periodo, il re Erode cominciò a maltrattare alcuni della chiesa;

Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, continuò e fece arrestare anche Pietro. Erano i giorni degli Azzimi.

La folla insorse allora contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe.

Ricevuto tale ordine, egli li rinchiuse nella parte più interna del carcere e mise dei ceppi ai loro piedi.

A un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell' istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono.

Tutta la città fu in agitazione e si fece un assembramento di gente; afferrato Paolo, lo trascinarono fuori dal tempio, e subito le porte furono chiuse.

Mentre cercavano di ucciderlo, fu riferito al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in subbuglio.

Il giorno seguente, volendo sapere con certezza di che cosa egli fosse accusato dai Giudei, gli tolse le catene e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutto il sinedrio di radunarsi; e, condotto giù Paolo, lo fece comparire davanti a loro.

Cinque giorni dopo, il sommo sacerdote Anania discese con alcuni anziani e con un avvocato di nome Tertullo, e si presentarono al governatore per accusare Paolo.

«Siccome per merito tuo, eccellentissimo Felice, godiamo molta pace, e per la tua previdenza sono state fatte delle riforme in favore di questa nazione, noi in tutto e per tutto lo riconosciamo con viva gratitudine.

Abbiamo dunque trovato che quest' uomo è una peste, che fomenta rivolte fra tutti i Giudei del mondo, ed è capo della setta dei Nazareni.

ma il tribuno Lisia è intervenuto, e lo ha tolto con violenza dalle nostre mani,

I Giudei si unirono anch' essi nelle accuse, affermando che le cose stavano così.

Festo, dunque, giunse nella sua provincia, e tre giorni dopo salì da Cesarea a Gerusalemme.

I capi dei sacerdoti e i notabili dei Giudei gli presentarono le loro accuse contro Paolo;

Se dunque sono colpevole e ho commesso qualcosa da meritare la morte, non rifiuto di morire; ma se nelle cose delle quali costoro mi accusano non c' è nulla di vero, nessuno mi può consegnare nelle loro mani. Io mi appello a Cesare».

Allora Festo, dopo aver conferito con il Consiglio, rispose: «Tu ti sei appellato a Cesare; a Cesare andrai».

Agrippa disse a Festo: «Vorrei anch' io ascoltare quest' uomo». Ed egli rispose: «Domani lo ascolterai».

Allora Festo disse: «Re Agrippa, e voi tutti che siete qui presenti con noi, voi vedete quest' uomo, a proposito del quale una folla di Giudei si è rivolta a me, in Gerusalemme e qui, gridando che non deve più restare in vita.

«Re Agrippa, io mi ritengo felice di potermi oggi discolpare davanti a te di tutte le cose delle quali sono accusato dai Giudei,

Quale sia stata la mia vita fin dalla mia gioventù, che ho trascorsa a Gerusalemme in mezzo al mio popolo, è noto a tutti i Giudei,

E ora sono chiamato in giudizio per la speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri;

Perché mai si giudica da voi cosa incredibile che Dio risusciti i morti?

Questo infatti feci a Gerusalemme; e avendone ricevuta l' autorizzazione dai capi dei sacer doti, io rinchiusi nelle prigioni molti santi; e, quand' erano messi a morte, io davo il mio voto.

i quali hanno ucciso il Signore Gesù e i profeti, e hanno cacciato noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini,

impedendoci di parlare agli stranieri perché siano salvati. Colmano così senza posa la misura dei loro peccati; ma ormai li ha raggiunti l' ira finale.

Carissimi, non vi stupite per l' incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano.

Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi.

Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.

Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano;